Tecnologia: la nostra salvezza o la nostra condanna?

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10/08/2016 Alessandra Basile 2606

L'high-tech, croce e delizia delle nostre vite. I prodotti tecnologici sono legati a doppio filo alle nostre giornate, dalla mattina alla sera; a casa, al lavoro, in macchina... Ma siamo sicuri che siano veramente nostri alleati? E se invece giocassero contro di noi? Anche il cinema ha affrontato questo dilemma, ecco alcuni esempi.

Ogni giorno, costantemente, la tecnologia è al nostro fianco. E non sempre ne siamo consapevoli. Infatti, non esistono solo i prodotti high-tech che abbiamo sempre in mano come lo smartphone, il tablet o con cui lavoriamo come il computer. Pensiamo a tutti i sistemi informatici dietro a servizi che utilizziamo abitualmente e che mediamente diamo per scontati: la regolarizzazione dei semafori per strada, il susseguirsi delle prenotazioni e delle accettazioni negli ospedali, così come banalmente tutte le comunicazioni di varia natura che si rincorrono su Internet. Questi sono tutti esempi che ci dimostrano che la tecnologia viene in nostro aiuto ogni giorno.

Ma avete mai pensato a cosa succederebbe se la tecnologia si ribellasse? Se un bel momento tutte le macchine che pensiamo di comandare improvvisamente godessero di vita propria a prendessero decisioni in autonomia? Ovviamente non è quello che abbiamo previsto, sarebbe un elemento di disturbo in tutto quello che è stato progettato: noi siamo essere intelligenti e ci aspettiamo che le macchine (stupide) facciano quello che diciamo noi. Ma come la prendereste se ora lo smartphone o il computer che state utilizzando per leggere questo articolo cambiasse queste parole e iniziasse ad insultarvi?
Sceneggiatori e registi hanno provato a declinare entrambi gli scenari su celluloide. Vediamo com'è andata.

Il telefono ti salva la vita
Nel 2004 David R. Ellis dirige "Cellular" film basato sulla sceneggiatura di Larry Cohen (nulla a che vedere con i celebri fratelli) che vede come protagonista una rediviva Kim Basinger, rispolverata dalle ceneri degli anni Ottanta. Interpreta Jessica Martin, una pacata insegnante di scienze di Los Angeles che vede la sua vita e quella della sua famiglia travolte nel momento in cui lei ed il figlio vengono rapiti. I due vengono rinchiusi in una soffitta e, quando i rapitori si accorgono della presenza di un vecchio telefono, lo distruggono per evitare che chiedano aiuto. I malviventi in realtà sono poliziotti corrotti invischiati in un giro di droga e sono stati ripresi per caso in un video girato dal marito di Jessica mentre commettevano un omicidio. Ora sono alla disperata ricerca del nastro e sono disposti a tutto pur di nascondere quella prova schiacciante. Jessica non si dà per vinta e trova il modo, con un po' di fortuna, di far funzionare il telefono in pezzi. Compone un numero a caso e dall’altra parte del filo trova Ryan (Chris Evans), un surfista che ovviamente all'inizio accoglie con un po' di perplessità la sua richiesta di soccorso. Alla fine si convince che non è uno scherzo e rimane al telefono con lei in una lotta contro il tempo cercando di rintracciarla e salvare lei e la sua famiglia.

Tutto il film corre lungo la linea telefonica, in quanto i due protagonisti sono sempre al telefono. Jessica in soffitta, terrorizzata e aggrappata ad una cornetta di fortuna; Ryan in giro per la città barcamenandosi tra mille imprevisti e pericoli, tenendo sempre in mano il suo cellulare. Ovviamente, il lieto fine è dietro l'angolo.
Il film non eccelle, diciamocelo. La trama presenta diverse incongruenze e punti deboli: perché lei, invece di chiamare un numero a caso, non chiama direttamente il 911 o qualcuno di fiducia? Perché il ragazzo, invece di decidere di essere l'eroe del momento e fare tutto da solo, non si fa aiutare dalla polizia? Tanto per dirne un paio. Eppure Ellis ha saputo giocare con i pochi elementi narrativi a sua disposizione e ha confezionato comunque una pellicola interessante, grazie alla costante tensione che vi scorre. Tanto che ne è stato girato anche un remake cinese quattro anni dopo, "Connected". Il cast americano, però, vince sicuramente sul pubblico: oltre alla Basinger, ricordiamo che tra i rapitori troviamo Jason Statham e nel film fa anche la sua apparizione Jessica Biel.
La connessione tra Jessica e Ryan è fragilissima: la donna riuscirebbe ancora a far funzionare il telefono rotto, qualora cadesse la linea? Improbabile, quindi è assolutamente necessario che la comunicazione non venga interrotta per nessun motivo. Il rischio più verosimile al giorno d'oggi? La batteria dei nostri smartphone. Sicuramente non riuscirebbe a reggere una conversazione lunga un'intera giornata. Quante volte pensiamo che se andassimo a rispolverare il nostro vecchio Nokia 3310 che abbiamo in cantina, probabilmente sarebbe ancora acceso? Eppure, in "Cellular" il telefono salva la vita.

La tecnologia si ribella
La parte più controversa di questo tema ovviamente non poteva che essere esplorata da Stephen King, il re dell'horror. Dopo aver scritto il racconto breve "Camion", King si cimenta per la prima ed unica volta nella direzione di un film. Ecco, così, che vede la luce "Brivido" nel 1986. La storia ha come evento scatenante il passaggio dell'orbita terrestre lungo la coda di una cometa, che crea un'incredibile alterazione magnetica.
Da quel momento si scatenano panico e disordine. Un tizio va a prelevare al bancomat (attenzione, il tizio in questo è Stephen King stesso che fa un cameo nella pellicola) e si vede insultare dal bancomat stesso; un distributore di bibite inizia a lanciare lattine contro dei ragazzi in un campo sportivo; un videogame folgora un ladro di monetine, una cameriera si ferisce un braccio per colpa di un coltello elettrico impazzito, un tir (che, tra l'altro, sul radiatore monta una maschera verde piuttosto grottesca) investe il suo autista davanti a un distributore di benzina. È proprio dentro il ristorante di questo distributore che si rifugiano i protagonisti del film che si trovano, ormai, alla mercé delle macchine impazzite. Oltretutto, un mitra killer impone, tramite codice Morse, di rifornire di benzina tutti i tir della zona. Quindi in breve tempo i poveri malcapitati si trovano circondati. L’unica soluzione è rifugiarsi nei condotti della rete fognaria e attendere che la tempesta magnetica si plachi.

Purtroppo per King, le recensioni non sono state per niente positive. Tutti sono stati concordi nel sostenere che il tentativo dietro la macchina da presa fosse da archiviare. Ma lui, all'apice del successo come scrittore, ci ha voluto provare. In fondo, un tentativo non si nega a nessuno, tanto meno a un virtuoso come Stephen King. Punto di forza della pellicola? La colonna sonora, firmata interamente dagli AC/DC.
Però il messaggio di Stephen King è chiaro: se da un momento all'altro cambiasse tutto? Che sia una tempesta magnetica, piuttosto che un intento omicida delle macchine con cui interagiamo, gli equilibri verrebbero ribaltati. Pensiamo, ad esempio, se il frigorifero che abbiamo in cucina a un certo punto iniziasse a buttarci addosso gli alimenti che vi conserviamo. O se la macchina fotografica che usiamo per le foto delle vacanze ci accecasse a colpi di flash selvaggi. Un delirio. 
A questo punto non ci resta che stare a vedere. Per sicurezza trattate bene i vostri prodotti tecnologici (onde evitare ribellioni vendicative) e ci auguriamo che siate arrivati sani e salvi alla fine di questo articolo, senza che il telefono o il computer abbiano provato a mangiarvi.