Storia della macchina fotografica: il "cammino" della luce

Guida all'acquisto
04/06/2020 Alessandra Basile 66218

Dagli studi di Aristotele e Leonardo fino alle fotocamere incorporate negli smartphone passando dal Dagherrotipo. Kodak, Polaroid, Hasselblad, Canon e Nikon... Ecco una carrellata di tutti i protagonisti dell'emozionante storia della fotografia.

Diciamocelo, adesso ci sentiamo tutti un po' fotografi. Da quando, grazie all'avvento degli smartphone, è come se avessimo sempre con noi una macchina fotografica, immortaliamo ogni istante delle nostre giornate: un'alba particolarmente suggestiva, il disappunto di fronte al traffico per strada, i nostri animali domestici (le gallerie fotografiche dei telefoni sono piene di gattini e cagnolini!), i figli mentre studiano o giocano… Per non parlare di tutto quello che mangiamo, possibilmente ben impiattato perché fa tanto Instagram. Ma qual è la storia della fotografia? Qual è stata la prima macchina fotografica? Chi è l’inventore della fotografia? Ti racconto tutto in questo articolo.
 

La nascita della fotografia

La fotografia esiste grazie alla luce che viene sfruttata per riprodurre oggetti, persone e paesaggi su supporti di vario tipo. Già nel 350 a.C. Aristotele ne osservava il suo passaggio, analizzando come nel momento in cui passava in un piccolo foro, la luce proiettasse un'immagine circolare. Bisogna aspettare però il 1500 ed il genio di Leonardo da Vinci per iniziare a posare delle basi reali per la realizzazione delle prime macchine fotografiche. Leonardo iniziò a descrivere il principio della camera oscura, principio al quale si ispirarono i pittori fino al secolo successivo per le loro opere.
È poi, però, nel 1657 che questo sistema viene perfezionato. Infatti, Kaspar Schott ne migliora la messa a fuoco grazie a due cassette scorrevoli. Ed è qui che vediamo il primo vero antenato delle reflex che segna la nascita della fotografia: grazie ad un sistema a specchio (principio di base delle reflex), diventa possibile disegnare su una lastra posizionata sopra ad un vetro smerigliato e coperta da un cappuccio. Tuttavia, questi supporti erano molto scomodi perché dovevano essere sviluppati subito e il loro peso non era certo d'aiuto.
Eppure, nonostante la strada della storia della fotografia sia ancora lunga, è proprio ora che possiamo dire che nasce ufficialmente la prima macchina fotografica e che Kaspar Schott sia l'inventore della fotografia.
 

La fotografia del 1800

Nel 1826 Nicépore Niepce crea il primo apparecchio che produce immagini stabili, ovviamente in bianco e nero. Perché se ora il black & white è un vezzo un po' vintage, una volta era una vera e propria limitazione tecnica. Lo stesso Niepce collabora poi con Daguerre e nel 1839 nasce il famoso Daguerreotype (o Dagherrotipo o Sliding Box Camera o anche Dagherrotipo macchina) prodotto dalla Susse Frères di Parigi. Si tratta di un sistema sempre a cassette scorrevoli ed una lastra di rame su cui è stato posto elettroliticamente uno strato d'argento che, grazie ai vapori di iodio, diventa sensibile alla luce. I tempi di posa richiesti erano molto alti, per fare una fotografia erano necessari parecchi minuti. Ecco perché le fotografie del 1800 ritraggono persone sempre molto rigide: prova tu a sorridere anche solo per cinque minuti di fila!

L'Ottocento è un secolo di grandi traguardi per la storia della fotografia: oltre al dagherrotipo, il 14 giugno 1851 H.F: Talbot ebbe l'intuizione di provare a fotografare dei soggetti in movimento sfruttando la luce di una fortissima scarica elettrica. Nasce così il primo flash.
È poi verso la fine del secolo, nel 1880 che si ha il primo passaggio verso la fotografia moderna. George Eastman capisce che la fotografia può essere utilizzata anche dalle grandi masse e realizza la prima pellicola fotografica, così come la prima macchina fotografica. Si tratta della Kodak mod. 1. Questa fotocamera non offriva nessuna regolazione, aveva il solo pulsante di scatto, il mirino ed il sistema di avanzamento della pellicola. Infatti, viene immessa nel mercato con il motto "You press the button, we do the rest" ("Tu premi il bottone, noi facciamo il resto"). Queste prime macchine fotografiche venivano vendute assieme ad una pellicola che garantiva la realizzazione di 100 pose. Una volta terminata, era necessario rispedire alla Kodak sia la macchina fotografica che la pellicola. Dopo una settimana, si riceveva indietro l'apparecchio e le stampe. Il tutto per la cifra di 25 dollari. È così che la fotografia diventa un fenomeno di massa.
 

Kodak, Polaroid, Hasselblad... Fino agli smartphone

Grazie ai fratelli Lumière nel 1900 vede la luce (scusa il gioco di parole...) anche la prima pellicola a colori. E via, da quel momento la storia della fotografia vede una grande accelerata: numerose aziende in tutto il mondo iniziano a cavalcare il fenomeno della fotografia.
Nel 1913 Oscar Barrak costruisce il prototipo di una Leica, sistema che ebbe poi un successo enorme. Nel 1935, nasce Gelveta, prodotta dalla Cnopm, la prima reflex che utilizza una pellicola a 35 mm, presa in prestito dal mondo cinematografico.
Nel 1948 arriva la grande rivoluzione con Eldwin Land che inventa la Polaroid, sdoganando veramente la fotografia per il grande pubblico. Da quel momento, infatti, diventa possibile fare fotografie e averle subito in mano: grazie alla classica "sventolata" per svilupparle, la fotografia ed i suoi colori prendono vita in pochi istanti.
I giapponesi della Nippon Kogaku arrivano nel 1959 con la Nikon F e l'anno successivo Konika introduce la prima reflex con un otturatore a tendine metalliche con tempi di otturazione più veloci di 1/2000 secondi. Quanta strada dagli eterni tempi di posa del dagherrotipo!
Dagli anni Sessanta in avanti, l'elettronica è entrata di prepotenza nell'industria delle macchine fotografiche, introducendo tecnologie sempre più avanzate e riducendo i costi di produzione. Le fotocamere diventano meno ingombranti, più leggere ed entrano sempre più nella nostra quotidianità. Poco prima degli anni 2000, anche Sony entra nel mercato della fotografia ed è poi la volta della Panasonic con la fortunata serie Lumix, fino a Samsung.

Arriviamo, infine, al novembre 2000 quando la Sharp introduce il primo telefono cellulare dotato di fotocamera incorporata. Era il J-SH04 che faceva fotografie con una risoluzione di 0,1 Megapixel. Eppure, è proprio dal quell'obsoleto modello che la macchina fotografica è diventata una fedele compagna delle nostre giornate. Grazie allo smartphone, è sempre nelle nostre tasche. E se una volta andavamo in vacanza con i rullini da 24 pose (36 se le vacanze erano particolarmente lunghe) e dovevamo scegliere con cura cosa fotografare, ora siamo capaci di fare lo stesso numero di scatti in una sola giornata. Da Aristotele che scrutava il cammino della luce attraverso un foro, ai selfie in bagno... Quando si dice l'evoluzione della specie!
 

L'evoluzione della fotografia nell'era moderna

Risale al 1860 la prima macchina fotografica reflex per mano di Thomas Sutton che brevettò la prima fotocamera che incorporava uno specchio mobile per la visione di quanto passava direttamente attraverso l'obiettivo. La prima reflex prevedeva una cassetta di legno che conteneva lo specchio e che veniva interposta fra il soffietto e il portalastre. Un meccanismo garantiva il sollevamento dello specchio prima della posa. Non solo, lo specchio a quel punto proteggeva le parti interne della fotocamera dalla luce. La reflex di Sutton era molto ingombrante e molto pesante. La prima vera reflex da 35 mm monobiettivo arrivò nel 1936 alla fiera di Lipsia, si trattava della Exakta Kine con uno specchio che si sollevava al momento dello scatto.
La prima macchina fotografica reflex a pentaprisma fu introdotta in Italia nel 1947, la Rectaflex. Le sue ottiche venivano realizzate dalla Angénieux di Parigi e gli obiettivi dalla Zeiss, dalla Galileo e dalla Voitglànder. Le focali avevano una gamma che andava da 28 a 400 mm.
Negli anni Sessanta vedono la luce alcuni tentativi da parte di aziende come Canon e Konica, ma è dal 1971 che vediamo sul mercato la Canon F-1 e la Nikon F2 ed è in quegli anni che la fotografia spalanca le porte all’elettronica, permettendo poi anche l'avvento della fotografia digitale.
 

Oramai, facendo un enorme balzo in avanti, le fotocamere digitali sono utilizzate dalla stragrande maggioranza del pubblico. Tuttavia, non si può negare un recente sapore retrò dovuto al ritorno alle macchine fotografiche analogiche. Sebbene rappresentino in ogni caso un'evoluzione di quelle che eravamo abituati a conoscere, non mancano di rispolverare il design vintage tipico dei decenni addietro. Soprattutto, è l’utilizzo della pellicola che permette di riassaporare l’ebrezza della stampa.
 

Le fotocamere compatte

È a Canon che dobbiamo l’introduzione delle macchine fotografiche compatte per il grande pubblico, grazie all’utilizzo della catena di montaggio. Infatti, è la fotocamera compatta Canon-P ad aprire le danze di questo comparto. Fu presentata ufficialmente alla fiera Photokina del 1960 e per acquistarla occorreva all’incirca lo stipendio di un mese. Se calcoli che all’epoca per comprare una compatta in media bisogna sborsare molto di più, puoi capire come la Canon-P abbia segnato l’inizio di un’era nuova.
Le fotocamere compatte sono state le più utilizzate per diversi anni, grazie al loro prezzo popolare, alla compattezza e alla facilità di utilizzo. Come è noto, però, l’avvento degli smartphone ne ha minato la diffusione negli ultimi anni poiché includono fotocamere di altissimo livello, spesso sviluppate anche con marchi storici proprio del mondo della fotografia come ha fatto Huawei con Leica o Nokia con Zeiss.
Ma è proprio finita? In realtà no, c’è chi comunque apprezza tenere i due dispositivi separati (fotocamera e cellulare), anche per un discorso di risparmio energetico sullo smartphone. Non solo, le compatte includono anche le fotocamere bridge, vale a dire quelle fotocamere con dimensioni maggiori che visivamente assomigliano molto alle reflex ma che hanno la grande differenza di disporre di un solo obiettivo fisso, unendo la praticità alla qualità fotografica.
   

Le fotocamere mirrorless

C'è poi un ultimo comparto, il più moderno: le mirrorless. La storia della fotografia, infatti, vede il primo modello di mirrorless nel 2004 e si trattava della Epson R-D1, mentre il 2008 vede nascere la Leica M8. Una fotocamera mirrorless si spiega facilmente con il suo nome: non dispone dello specchio presente nelle reflex, ma supporta le ottiche intercambiabili. Il corpo macchina, quindi, è più piccolo e compatto, ma ti permette di sbizzarrirti ugualmente con i diversi tipi di obiettivi.

Come vedi, dal dagherrotipo alle fotocamere moderne, il cammino della luce che ha segnato la storia della fotografia è stato molto lungo e ricco di evoluzioni tecnologiche. Ora non hai che l’imbarazzo della scelta tra fotocamere reflex, analogiche, compatte, mirrorless... Non ti resta che scegliere il tuo modello preferito e dare libero sfogo alla tua vena fotografica.