
Smart working e telelavoro: sono la stessa cosa?
No, sbrogliamo subito questo dubbio. Con il telelavoro tu non hai alcun vincolo di spazio e l'azienda non ti mette a disposizione alcun locale per svolgere l'attività lavorativa. Con lo smart working, invece, potrai svolgere parte del tuo lavoro negli uffici dell'azienda, parte invece a casa o, comunque, dove riterrai più opportuno.
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Smart working: la legge
Si parla di forme flessibili di lavoro dal 2004, quando l'Italia ha accolto un accordo-quadro interconfederale della UE, ma quest'idea si è sempre scontrata con alcuni preconcetti di controllo sul lavoratore e la tradizionale ritrosia italiana al cambiamento. Dopo vari tentativi, è con l'introduzione del Jobs Act (Legge 81 del 22 maggio 2017) che finalmente viene data una definizione chiara e precisa di smart working e lavoro agile e ne vengono definite le regole.
Le regole del gioco
1. Innanzitutto, si accede allo smart working solo previa definizione di un accordo. Si tratta di un vero e proprio contratto firmato sia dal datore di lavoro, sia dal dipendente in cui viene definita questa nuova modalità di esecuzione del lavoro. L'accordo può essere a tempo indeterminato o per un periodo preciso di tempo.
2. Il datore di lavoro si impegna a fornire al lavoratore tutte le informazioni e la formazione necessaria in termini di sicurezza e salute sul posto di lavoro. Dovrà definire i vari rischi connessi a quella determinata attività lavorativa e dovrà aggiornare il lavoratore una volta l'anno.
3. Lo stipendio dovrà essere esattamente lo stesso rispetto a chi svolge la stessa mansione in modalità tradizionale, vale a dire sempre in ufficio.
4. Diritto alla disconnessione: non credere che lavorare in smart working equivalga ad essere sempre "always on". Esattamente come tutti gli altri tuoi colleghi, avrai un orario di lavoro definito con il tuo responsabile.

Ovviamente è stata la tecnologia il vero propulsore di quest'ondata di innovazione. Grazie alle conquiste in ambito high-tech, grazie a prodotti con prestazioni sempre maggiori, in spazi sempre più piccoli e caratteristiche legate alla portabilità, è stato possibile negli ultimi anni dotare i dipendenti di soluzioni utili al contesto dello smart working.
Ti basta un notebook, meglio ancora se un ultrabook che è più performante ma anche più leggero, così potrai trasportarlo comodamente tra casa e lavoro. E se la portabilità è quello che ti interessa, perché non pensare a un convertibile 2 in 1? Potrai combinare la potenza di un computer con la comodità di un tablet. Se vuoi, tramite un cavo VGA o HDMI, puoi abbinare al computer un monitor, in modo da espandere l'area di visualizzazione del tuo "foglio di lavoro" e, se il tuo lavoro richiede la stampa di documenti, ti sarà sufficiente dotarti di una piccola stampante all-in-one con cui potrai anche scansionare materiali da condividere con i tuoi colleghi. Ovviamente, la rete. Non dimenticare di scegliere un buon router che sappia gestire al meglio la connessione Internet, tenendo presente le caratteristiche della tua casa. Infine, un gruppo di continuità che ti copra dai cali di tensione improvvisi e ti eviti di perdere tutti i tuoi dati e il lavoro svolto fino a quel momento.
Lo smart working e le aziende italiane
È ancora il Politecnico di Milano, tramite il suo Osservatorio, a fornire alcuni numeri interessanti sullo smart working in Italia. Nel 2017 sono stati più di 300mila gli smart workers lungo lo stivale e, rispetto al 2016, questo numero segna una crescita del 14%. Le aziende che lo hanno introdotto tra i propri lavoratori hanno registrato un aumento della produttività del 15% e ovviamente i benefici si riflettono anche sulle persone che possono godere di un più bilanciato rapporto tra lavoro e vita privata. Anche le PMI si stanno interessando sempre più a questa forma di esecuzione del lavoro, tanto che circa il 7% l'ha adottata. E la tua?