
Sicurezza wifi: come si comportano gli italiani?
Nel 2017 la Symantec pubblicò un'indagine sull'uso delle reti wi-fi da parte degli italiani, che evidenziò come il 70% dei nostri concittadini fosse propenso ad utilizzare reti wi-fi pubbliche in viaggio o nei luoghi in cui sono disponibili, insomma all'altezza dello stereotipo "albertosordiano" che ci vuole avvezzi ad approfittare di tutto ciò che è gratis. A ciò si aggiungono percentuali decisamente preoccupanti circa la disinvoltura con cui gli abitanti del Belpaese approfittano delle reti pubbliche anche per navigare su siti pornografici o comunque contenenti nudi: il 35% dichiarava infatti di averlo fatto in alberghi o Bed&Breakfest, il 33% in bar e locali, e addirittura il 28% al lavoro! Ciò non è esente da rischi, perché, come noto, per quanto i vari gestori di esercizi possano dichiarare di aver attivato la massima protezione wi-fi sulla loro piccola rete, on-line tutto lascia traccia. Se intercettati, questi tracciamenti rivelano abitudini che la pubblica morale può considerare con pruderie.
Perché non inserire dati privati quando si usano reti wi-fi gratis: il caso Wouter Slotboom
Un collegamento wi-fi in un luogo molto frequentato è potenzialmente molto più rischioso di quanto tu possa immaginare. Un caso che forse ricorderai fu quello di un esperto di informatica olandese, Wouter Slotboom, che fece un esperimento in alcuni luoghi in cui vi era una rete wifi pubblica, partendo da un caffè di Amsterdam. Una sorta di "macchinetta" di colore nero, di dimensioni molto contenute, una volta accesa era in grado di creare una rete wifi con lo stesso nome di quella del locale, "ingannando" i dispositivi collegati, facendoli così switchare silenziosamente sulla rete "replicante" creata da Slotboom, ottenendo informazioni potenzialmente molto delicate. Finirono nelle sue mani password di home banking, cronologie dei siti visitati, elenchi di contatti così come seppe cosa stava inviando (e a chi) via WhatsApp la tal cliente seduta -ignara- ad un tavolino vicino col suo smartphone in mano. Nel giro di pochi minuti l'intraprendente Wouter aveva ottenuto moltissime informazioni sui presenti che, se non bene intenzionato, avrebbe potuto usare in molti modi.Altro "trucco" che mostrò l'olandese fu la possibilità di entrare nell'elenco delle reti più usate da un cliente facendo sì che il device si collegasse automaticamente ad un clone di queste reti creato appositamente dalla sua diabolica scatoletta nera: a quel punto, tutto il traffico proveniente da quel device passava direttamente nelle mani di Wouter.

Sicurezza wifi: 5 consigli per aumentarla
Per evitare brutte sorprese, non sono poi così tante le precauzioni da prendere. La sicurezza assoluta di non essere hackerato ovviamente non esiste, ma con pochi, semplici accorgimenti potrai evitare sgradevoli imprevisti.1. Non inserire mai password e user di account personali durante la navigazione con reti wi-fi pubbliche;
2. Verifica sempre che i siti in cui stai navigando utilizzino la crittografia https (al fianco del quale si vede un piccolo lucchetto)
3. Tieni sempre aggiornato il sistema operativo del tuo device: le versioni obsolete sono più vulnerabili. Gli aggiornamenti del sistema operativo infatti contengono fondamentali patch di sicurezza. L'esperimento di Wouter Slotboom, di cui ti ho parlato, aveva -tra le altre cose- evidenziato come un'alta percentuale dei device violati avesse sistemi operativi non aggiornati, quindi più facilmente hackerabili;
4. Se ti sei portato dietro il notebook, meglio se prima hai configurato una rete VPN (rete privata virtuale), che ti consentirà di collegarti ad una rete gratis wifi attraverso una sorta di "tunnel" criptato per non renderti visibile all'eventuale malintenzionato;
5. Non impostare il tuo tablet o smartphone in modalità di ricerca automatica reti wi-fi: connettiti solo al bisogno, e con gli occhi ben aperti.