
Ma vediamo più da vicino 5 cose da sapere sul cyber bullismo e su come combatterlo.
Quando si può parlare di Cyberbullismo
Secondo la descrizione di Telefono Azzurro, "si può definire cyberbullismo l'uso delle nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere altre persone". Insomma, tra bullismo e cyberbullismo la differenza sta nei mezzi mentre invariate restano le intenzionalità: quindi chat di WhatsApp o Telegram, MMS, messaggi attraverso Facebook, Instagram fino a semplici telefonate o sms. Possono essere comportamenti relegati esclusivamente alla galassia di Internet o essere nati nella vita reale (per esempio con minacce fisiche, percosse o altre forme di violenza) per poi trovare un "rinforzo" on-line.Si può andare dalla semplice pubblicazione di pettegolezzi (veri o presunti), creando "rumors" negativi intorno ad una persona attraverso chat o pagine Facebook, alla pubblicazione di foto imbarazzanti, magari scattate per gioco o addirittura inventate/ritoccate, fino a duplicazioni di identità creando profili "fake" e attribuendo così alla vittima pensieri e azioni che le sono estranee, oltre naturalmente alla derisione o all'insulto della persona attraverso messaggistica istantanea, sms, telefonate. Questi solo alcuni dei numerosi esempi di come si possa "bullizzare" qualcuno stando tranquillamente seduti davanti ad un PC o con in mano un tablet.
Giovani e social network: i numeri del fenomeno
Secondoi dati presentati dal MIUR durante il Safer Internet Day, frutto di un'indagine svolta su circa 6000 adolescenti da alcune Università in collaborazione col portale skuola.net, il 70% dei ragazzi si iscrive a Facebook prima dei 14 anni, l'80% usa le chat (WhattsApp, Telegram) per comunicare con i familiari attraverso uno smartphone, quasi il 40% non conosce personalmente neppure la metà dei follower che sono nelle sue liste dei Social Network e il 68% si è imbattuto, almeno una volta, in un profilo falso. Inoltre, circa il 25% degli intervistati dice di non essersi mai preoccupato della Privacy quando carica contenuti sul WEB. I numeri parlano da soli: le nuove generazioni hanno un rapporto strettissimo con Internet, sia in positivo (possibilità di informarsi e comunicare a distanza) quanto, purtroppo, in negativo, restando così esposti, in una fase di fragilità emotiva, a shock che possono portare anche a tragiche conseguenze.
Cyerbullismo: i dati della Polizia Postale
Premesso che i numeri delle statistiche ufficiali delle denunce presentate alla Polizia Postale costituiscono probabilmente la punta dell'iceberg di un fenomeno molto più diffuso, è altresì vero che dimostrano che le campagne di sensibilizzazione stanno funzionando, rendendo consapevoli i ragazzi (e le famiglie) degli strumenti che possono usare: durante il primo incontro della campagna #cuoriconnessi2 – "la stagione ritrovata" di Unieuro, la Polizia Postale ha presentato i dati relativi ai primi 10 mesi del 2018: oltre 290 i casi di cyberbullismo denunciati, 69 minorenni segnalati all'Autorità Giudiziaria per diffusioni di immagini pedopornografiche, 37 i minori segnalati per sextortion, 164 per aver vessato, diffamato e molestato altri ragazzi attraverso social media e chat di instant messaging. I numeri sono in aumento rispetto agli anni precedenti, ma è probabile che ciò sia il risultato di una maggiore consapevolezza.Leggi anche il nostro articolo sul "Revenge Porn, cos'è e come evitarlo"
Cyberbullismo, cosa prevede la legge
Il 17 maggio 2017 la Camera dei Deputati, con 432 voti favorevoli e nessun contrario (circostanza piuttosto rara nella vita parlamentare italiana), approvava la prima legge organica sul Cyberbullismo, introducendo nell'ordinamento giuridico la definizione di questa fattispecie di reato: "Bullismo telematico è ogni forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, manipolazione, acquisizione o trattamento illecito di dati personali realizzata per via telematica in danno di minori". La legge fa riferimento ad alcuni interventi educativi e formativi atti a far crescere nei ragazzi la consapevolezza sulla gravità di questo tipo di comportamenti, con particolare riferimento ai danni che possono provocare nelle vittime. In caso di episodi conclamati che rientrano nella definizione di "bullismo telematico", l'adolescente (o un genitore) potrà chiedere l'oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti WEB al gestore del sito Internet o del Social media: se ciò non avviene entro 48h, si può rivolgere al Garante della Privacy che interviene entro le 48h successive.Fino a quando non vi sia un'eventuale escalation con una querela o denuncia, il cyberbullo, (come già avviene per lo stalking) potrà subire formale ammonizione dal Questore, che lo inviterà a non ripetere i comportamenti vessatori: il minore responsabile (insieme ad almeno un genitore o chiunque sia investito della responsabilità genitoriale), verrà convocato e ammonito a voce, invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge.