
Cos'è una smart city?
Secondo una classificazione dell'Università di Vienna, divenuta un punto di riferimento, sono 6 i pilastri che contraddistinguono il significato di Smart City: Smart Economy, Smart Living, Smart Environment, Smart Mobility, Smart People, Smart Governance. Un concetto, insomma, che coinvolge molti aspetti: ambiente, economia, vivibilità, mobilità, persone e gestione. Ma in questo caso specifico cosa vuol dire smart? La base di tutto è l'utilizzo delle nuove tecnologie (soprattutto digitali) da mettere in relazione al capitale umano presente (competenze, capacità, ecc.), al fine di un miglioramento complessivo della qualità della vita e delle relazioni tra i cittadini. Quando la Commissione Europea nel 2014 ha lanciato l'iniziativa "smart cities and communities" ha così definito il concetto di smart city: "A smart city is a place where traditional networks and services are made more efficient with the use of digital and telecommunication technologies for the benefit of its inhabitants and business". È con l'avvento delle cosiddette TIC (tecnologie dell'informazione e della comunicazione), che questo concetto si è potuto sviluppare, grazie ad un'interazione contemporanea di un numero potenzialmente illimitato di persone e lo scambio di informazioni di ogni tipo ad una velocità impensabile fino agli anni 80. Il concetto di città intelligente non coincide però con quello di città digitale: quest'ultima riporta al grado di informatizzazione presente sul territorio, mentre la smart city implica la partecipazione attiva dei cittadini ai processi legati alla vivibilità, al risparmio energetico e all'inclusione sociale.
Come funziona una smart city: il ruolo delle tecnologie informatiche
Il bidone di immondizia fuori dal tuo condominio si riempie fino a quando un sensore wireless avverte l'azienda della raccolta differenziata di intervenire per svuotarlo. I semafori di un incrocio variano la sincronizzazione a seconda del flusso di auto rilevato da sensori posti nelle strade di accesso. Un pop-up sul tuo smartphone ti avvisa quando un sensore posto nelle vicinanze rileva il superamento di una certa soglia di pollini o di inquinanti nell'aria. Queste sono solo alcune delle possibili applicazioni con cui interagiremo nel quotidiano, in un futuro molto prossimo.Come già accennato infatti, il concetto stesso di smart city nasce grazie alle potenzialità offerte dalle TIC. Basti pensare allo sviluppo crescente dei sensori e delle reti wireless e all'imminente lancio delle reti 5G per immaginare scenari che solo tre decenni fa sarebbero sembrati da fantascienza, come la Los Angeles del cult movie Blade Runner: forse che droni volanti per trasporto di umani con corridoi di volo gestiti digitalmente non sono ormai alla portata delle tecnologie disponibili? Fondamentale sarà comunque l'intervento umano e l'interazione, a tutti i livelli: già si utilizza lo scambio di informazioni in tempo reale ad esempio per segnalare code e ingorghi su app come Waze (leggi a questo proposito il nostro confronto tra Google Maps e Waze), ma le potenzialità sono davvero infinite, così come il business connesso a questo sviluppo. Non a caso il colosso delle telecomunicazioni americano AT&T nel 2016 ha dato vita ad una partnership con alcuni dei più importanti player delle nuove tecnologie (Cisco, Deloitte, Ericsson, GE, IBM, Intel, Qualcomm) per un progetto denominato "smart city framework", pensato per fornire agli abitanti delle città soluzioni tecnologiche avanzate per il miglioramento della qualità della vita e del risparmio energetico. Le prime implementazioni di questo progetto hanno coinvolto le città di Chicago, Dallas e Atlanta.