
Le innovazioni tecnologiche non sono sempre facili da comprendere. E il marketing ci mette del suo per assecondare la nostra voglia di acquisto, cercando di sedurre le nostre emozioni, più che comunicare con chiarezza le caratteristiche innovative dei propri prodotti. Ma dietro le etichette più catchy, con cui i produttori pubblicizzano i propri dispositivi, spesso si nascondono piccole rivoluzioni tecniche. L’introduzione del formato HDR sui televisori è una di queste. La tecnologia HDR affonda le sue radici nella fotografia, ma è ormai una caratteristica saliente sui TV che spesso presentano diversi standard, come l’HDR 10, Dolby Vision e HDR10+. Quali sono, però, le differenze tra l’uno e l’altro? Te lo spiego nelle prossime righe.
Cos'è l'HDR?
L'HDR (High Dynamic Range) è una tecnologia che si è dapprima imposta nel mondo della fotografia, la cui tecnica si basa sulla giustapposizione di immagini scattate con diverse esposizioni per creare una resa visiva di grande impatto. Dall’HDR in fotografia ai televisori il passo è stato relativamente breve. Il compito del formato HDR è aumentare la qualità di ogni singolo pixel dei nostri schermi. Come? Ampliando la gamma di colori alle sue estremità, quindi sia verso le ombre, così come verso i picchi di luminosità. Ecco perché con HDR si parla di High Dynamic Range, proprio per la gamma cromatica. Non solo, grande importanza acquisiscono i picchi di luminosità, vale a dire la chiarezza espressa in nit. Ecco perché i televisori HDR sono in grado di riprodurre tutte quelle sfumature di colore che effettivamente esistono nel mondo reale.I TV 4K HDR

Dal Chiaroscuro all'High Dynamic Range
Il Chiaroscuro è quella tecnica sviluppata nel Rinascimento, tipica della pittura a olio di quel periodo e resa famosa da artisti come Caravaggio, che evidenzia il contrasto di luci e ombre in un dipinto. In un certo senso il chiaroscuro sta alla storia dell’arte come l’HDR ai moderni televisori. Mentre la risoluzione è un parametro facile da capire nella sua aritmetica e fredda oggettività, quando si parla di colori entra in gioco il mondo della percezione soggettiva e del gusto personale. Quali sono, dunque, le caratteristiche da prendere in considerazione per valutare la resa dei colori nel suo insieme? In tutte o quasi le recensioni sui nuovi televisori che menzionano la caratteristica HDR, infatti, si legge qualcosa come: "colori più brillanti". Ma che cosa significa colori più brillanti?HDR = Una gamma di colori più ricca
Lo standard HDTV codifica i colori a 8 bit, poiché ogni colore è composto da rosso, blu e verde, con 8 bit per colore primario abbiamo la codifica a 24 bit, che rende possibili 16,7 milioni di colori. Anche se 16 milioni è una cifra ragguardevole, ciò non impedisce in alcuni momenti il notarsi di fenomeni come il banding. Nei televisori con HDR, dunque, i colori possono essere codificati a 10 bit per colore o anche a 12 bit, portando la gamma di colori che possono essere riprodotti sugli schermi dei TV Led a più di un miliardo.Cosa rende davvero i colori più brillanti?
La gamma di colori è solo il primo parametro da tenere in considerazione quando parliamo di qualità visiva sui televisori. Altrettanto importante è la caratteristica impropriamente nota come luminosità. La luminosità, infatti, si riferisce all’esperienza soggettiva dell’intensità di una fonte luminosa. Il termine corretto, preso in prestito dalla fotometria, è luminanza, che indica il flusso luminoso emesso dalla superficie di oggetto, ed è oggettivamente misurabile.La luminanza viene espressa in nit, che è appunto il valore tramite cui viene indicata attualmente questa caratteristica nei pannelli delle TV. Ma che cosa sono i nit? Un nit corrisponde a: 1 cd/m2. Senza lasciarsi spaventare dalla formula, si tratta semplicemente della quantità di luce prodotta da una candela in un metro quadrato. La candela è proprio una convenzionale candela di cera.
HDR10, HDR10+ e Dolby Vision: cosa cambia per ogni formato

Luci e ombre: l’importanza del contrasto
Abbiamo parlato della luce, ma altrettanto importante è l’oscurità. O meglio, più importante della luminosità, anzi, della luminanza, è il contrasto. Ed è proprio nel rapporto tra luce e ombra, tra chiaro e scuro, che una tecnologia come l’High Dynamic Range va a riscrivere le regole del gioco quando si parla di televisori. Non a caso abbiamo citato la tecnica tipicamente caravaggesca del chiaroscuro per introdurre l’HDR: non è importante solo che un televisore sia luminoso è importante che il televisore massimizzi la resa dei colori attraverso una gestione più ricca nei pannelli di nuova generazione. Con lo standard High Dynamic Range si vanno a definire i contrasti tra parti chiare e scure dello schermo, esaltate da una resa cromatica più precisa e, soprattutto, gestita in autonomia dal televisore.Ci sono anche da considerare i bit. Infatti, i formati HDR10 e HDR10+ utilizzano una codifica di 10 bit per colore e metadati statici (10 nei TV HDR indica proprio i 10 bit). Dolby Vision, invece, arriva a 12 bit per colore e un utilizzo dinamico dei metadati. Mentre i televisori Dolby Vision sono in grado di supportare HDR-10, la compatibilità non vale nell'altro senso.