
Il forno a microonde fa male?
Da quando i forni a microonde sono entrati nelle case di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, si sente parlare della (presunta) pericolosità del forno a microonde. Anzitutto una premessa: tutti gli standard di sicurezza in vigore (perlomeno nell’Unione Europea) sono stati costantemente aggiornati e la sicurezza di questi prodotti è senz’altro molto maggiore rispetto a 30 anni fa. Ma, a parte questo, il microonde fa davvero male? La falsa credenza sulla potenziale cancerogenicità dei forni a microonde è una storica "fake news" legata (forse) al nome della tecnologia che sta alla base del suo funzionamento: si tratta infatti di radiazioni a radiofrequenza, a bassa energia, che nulla hanno a che fare con le (pericolosissime) radiazioni ionizzanti, ad alta energia, prodotte per esempio dagli isotopi dell’uranio o contenute nei raggi UV (cioè nella luce solare) che possono indurre mutazioni genetiche nei tessuti. L’unico pericolo (remotissimo) che si potrebbe correre, se vi fosse una fuoriuscita accidentale di queste radiazioni (per via, per esempio, della rottura dello sportello o di un grave danno meccanico al prodotto), è quello di un'ustione. L’associazione italiana per la ricerca contro il cancro (AIRC) ha più volte ribadito (anche sul proprio portale internet) che i forni a microonde non sono né potrebbero mai divenire cancerogeni. Cucinare col microonde, insomma, è molto meno pericoloso che stare al sole senza adeguata crema protettiva.Leggi anche:
Come scegliere un forno a microonde
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Forno a microonde: il pericolo batteri
Ciò che può essere pericoloso è piuttosto un uso scorretto del forno a microonde che può produrre pericolose colonie batteriche. Ma anzitutto sfatiamo un’altra (incredibilmente ancora diffusa) credenza popolare che vuole il cibo scaldato o cotto in un forno a microonde come pericoloso perché “radioattivo”. È tutto assolutamente falso: il passaggio sul cibo delle radiazioni a radiofrequenza (e bassa energia) ha come unico risultato quello del riscaldamento, non certo della ionizzazione! Nessuna micro-centrale nucleare in cucina, insomma: piuttosto, bisogna prestare grande attenzione alle colonie batteriche che si possono creare sulle pareti del forno. Ciò può accadere sostanzialmente per due motivi:1) la tendenza di alcuni cibi a “scoppiettare” e dei liquidi a schizzare sulle pareti se il tempo di riscaldamento è lungo oppure se si è impostata la potenza massima del riscaldamento;
2) il fatto che la diffusione delle microonde all’interno del forno non è uniforme, per cui molte zone interne restano “in ombra” e si possono così accumulare colonie batteriche, “risparmiate” dal calore che altrimenti le sterminerebbe.
Vero è che esiste la ventilazione all’interno del forno, ma una volta terminato il tempo del timer, la ventilazione si interrompe, lasciando indisturbate le colonie batteriche che, ad un successivo utilizzo, possono finire su altro cibo possono essere all’origine di cattivi odori. Va altresì ricordato che il risaldamento a microonde non è indicato per cibi conservati a lungo (e magari non in modo impeccabile) nel frigo: più si lascia cibo in frigo, magari non ben isolato, più è facile che al suo interno si formino colonie di microorganismi che possono provocare disturbi gastrointestinali. Il riscaldamento in padella o nel forno tradizionale in questi casi è più indicato, in quanto l’elevato calore, uniforme e per un tempo prolungato, aiuta molto a distruggere i batteri, che invece sopravvivono facilmente in un tempo breve nel microonde che resta preferibile per cucinare o riscaldare il cibo fresco (pesce, carne, verdure) o ben conservato (per esempio, quello surgelato e sigillato nelle confezioni già pronte).
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Pulire il microonde: metodi, prodotti e trucchi
La pulizia del microonde deve anzitutto riguardare il piatto girevole, spesso ricettacolo di avanzi di cibo o di liquido essiccato in cui proliferano colonie batteriche. Puoi lavarlo tranquillamente a mano o in lavastoviglie, mentre il resto del forno necessita di attenta e scrupolosa cura “manuale”. Il metodo più classico è usare un detergente spray (come quello usato per i forni), spruzzarlo sulle pareti, attendere alcuni minuti poi passare un panno umido (morbido, mai abrasivo) per rimuovere le incrostazioni e, infine, asciugare con un panno asciutto. In alternativa, se vuoi essere più ecologico, puoi utilizzare dell’aceto bianco o del bicarbonato sciolto in acqua calda, prodotti che hanno il vantaggio di costare poco, avere un ottimo potere sgrassante e antibatterico ed essere totalmente atossici. Al supermercato è facile trovare anche detergenti specifici per forni classici e forni a microonde. C’è poi un metodo artigianale, di quelli che vengono definiti “trucchi” della nonna, che consiste nell’inserire all’interno del forno di un recipiente (un vasetto, una ciotola di ceramica) con dentro acqua e aceto (o acqua e bicarbonato, se non ti piace l’odore dell’aceto) e lasciarlo riscaldare fino ad ebollizione, per alcuni minuti, in modo che produca del vapore che, al naturale, sgrassa e igienizza l’interno del forno. Tutto quello che dovrai fare sarà, al termine, rimuovere i residui ammorbiditi dal vapore con un panno umido (attenzione a non scottarti, l’interno del forno sarà molto caldo!) e passare infine un panno pulito e asciutto, lasciando aperto alcuni minuti lo sportello in modo da consentire al vapore di fuoriuscire del tutto. Tra i vantaggi, quello di igienizzare e sgrassare parti interne non raggiungibili da un panno o uno spray, per esempio le parti intorno alla lampadina, normalmente protette da una griglia. Se il tuo microonde ha uno sporco particolarmente ostile, puoi integrare i vari metodi (ebollizione di acqua e aceto, spray detergente specifico, ecc.) e ottenere così la perfezione.Yogurt fatto in casa con la funzione fermentazione
Tipologia: Forno a microonde combinato; Larghezza: 52.3 cm; Capacitą: 32 litri; Potenza microonde: 900 W; Colore: Nero;
Tipologia: Forno a microonde con grill; Larghezza: 48.3 cm; Capacitą: 25 litri; Potenza microonde: 900 W; Colore: Nero;