
Acquistiamo smartphone di ultima generazione, vogliamo sempre essere al passo con i tempi e scarichiamo app per restare in contatto con i nostri amici, per fare fotografie e condividerle sui social, per giocare nel tempo libero…ma quanto deve durare questa batteria?
Diamo spesso la colpa ai produttori di telefoni cellulari, ma non pensiamo a un utilizzo saggio del nostro smartphone.
Buone pratiche di risparmio energetico
Sicuramente la prima cosa da fare è disattivare la sincronizzazione automatica dei dati, il GPS e il Bluetooth, attivandoli solo quando necessario. Il Wi-Fi e la connessione 3G/4G sono poi quelli che contribuiscono maggiormente a scaricare la batteria. Sarebbe inoltre sufficiente diminuire la luminosità del display e ricordarsi di chiudere le applicazioni senza lasciarle in esecuzione. Infatti si registra un trend secondo il quale uno o due volte al mese l’utente medio cancella app per ricavare più spazio in memoria e per ridurre il loro impatto sulla batteria.
Quali sono le app più “dannose”?

Al primo posto della classifica delle app più dannose troviamo Facebook: è la peggiore per le ritorsioni che ha sulla batteria, sul traffico dati internet e sullo spazio in memoria. Come quasi tutti i social, attiva notifiche in tempo reale, richiede continui aggiornamenti e carica un elevatissimo numero di dati. Instagram segue infatti a ruota.

A seguire troviamo le app preinstallate, come ad esempio AllShare e ChatOn per gli smartphone Samsung, che si attivano automaticamente all’avvio del sistema operativo e le applicazioni che si basano sullo streaming di dati audio/video, come Spotify o YouTube.
Trovare il problema e risolverlo
Il comune denominatore? Sono i wakelock, ovvero meccanismi del sistema operativo, Android in questo caso, che servono a mantenere attivo lo smartphone anche quando non lo stiamo utilizzando. Proprietà peculiare di tutte le app con notifiche, sono proprio i wakelock a compromettere il funzionamento e la durata della nostra batteria.
Ma sono state studiate di proposito delle applicazioni salva batteria per evitare di essere quasi sempre collegati al caricabatterie. La più famosa è JuiceDefender con cui è possibile gestire la connessione dati e Wi-Fi (disabilitandola quando la batteria residua raggiunge livelli critici) e la velocità della CPU grazie a controlli avanzati e personalizzati. Wakelock Detector, invece, genera una lista delle app che sfruttano la CPU per maggior tempo quando il telefono è in standby.
Piccoli e quotidiani accorgimenti, quindi, che con l’aiuto di app o senza, possono salvare la batteria dello smartphone.